Storia, Cultura, Architettura

Il Chianti è la località italiana più famosa nel mondo che si trova anche fra le dieci parole più presenti in Internet e Panzano in Chianti ne è il centro. Fin dai primi insediamenti etruschi, dei quali sono rimaste tracce anche in alcuni toponimi, il Chianti si è delineato come terra di confine “ai margini di tre lucumonie: Chiusi, Volterra, Arezzo”, per essere ulteriormente frazionato in epoca romana fra “ le colonie di Fesulae, Florentia e Saena”. Il destino di essere una contrada ricca e geograficamente strategica si ripeterà nel Medioevo quando il Chianti diventerà per secoli teatro di lotte e contese dilanianti fra le due città in espansione, Firenze e Siena. A rendere ancor più difficile la vita nella regione chiantigiana sono state le numerose invasioni e occupazioni, dai Longobardi agli Aragonesi, e le contrapposizioni violente fra Guelfi e Ghibellini, che fecero del Chianti territorio di acerrime vendette. Queste circostanze hanno provocato lunghi periodi di indebolimento con l’abbandono delle coltivazioni, lo spopolamento, quando non il saccheggio e la distruzione di interi paesi e delle loro fortificazioni come appunto è avvenuto a Panzano trovandosi esso a ridosso del confine fra Firenze e Siena. Nonostante queste avversità la popolazione chiantigiana ha saputo riscoprire ogni volta le risorse del territorio, fra le quali il vino è senz’altro la più famosa, contribuendo a dare al Chianti il volto che tuttora gli appartiene di paradiso terrestre, simbolo dell’armonia fra l’uomo e la natura.

Dal Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana del 1846 di Emanuele Repetti:

(Clantum) Chianti- Vasta, montuosa, boschiva e agreste contrada, celebre per i suoi vini, per il saluberrimo clima e più celebre ancora per la sua posizione geografica, la quale può dirsi nel centro della Toscana Granducale; ed è nei monti del Chianti dove hanno origine cinque fiumane, le quali per tre direzioni diverse e per altrettanti valloni fluiscono; finalmente è nel Chianti dove si toccano i territori di cinque antiche diocesi, Arezzo a lev., Siena a ostro, Volterra a pon., Firenze e Fiesole a Settentrione. Ivi la giogaia bifolca per dirigere un braccio a maestro verso S. Donato in Poggio, l’altro a levante-grec., per Radda e Coltibuono, dove collegasi ai monti che chiudono il Chianti dal lato grecale. Quest’ ultimo braccio, che attraversa il centro del Chianti, divide le acque del fiume Pesa, che vuotasi nell’ Arno, da quelle del fi. Arbia, che in direzione contraria a quella del fi. Pesa va a fluire nell’ Ombrone senese.

In guisa che il Chianti può dirsi il pernio di divisione fra due fiumi reali e fra le due valli maggiori della Toscana. Se non fu errore dell’amanuense che scrisse Chianti invece di Campi, si potrebbe citare come la più antica memoria relativa al nome e contrada del Chianti un istrumento dell’anno 790 appartenuto alla Badia di S. Bartolomeo a Ripoli presso Firenze. Al qual monastero i pronipoti del suo fondatore confermarono fra le altre cose una corte “in Clanti (sic)cum integro salingo. Meno dubbia si mostra la storia e lo stato agreste del Chianti verso il mille; sia quando il March.

Ugo nel 998, assegnava alla badia di Poggibonsi beni che possedeva in Avenano presso Coltubuono, in Ama e a Gaiole; sia allorché il March. Bonifazio di lui successore, nel 1004, donava alla badia fiorentina fra le altre corti le possessioni che aveva a Brolio, a S. Regolo e a Radda. Alle selve e alle bandite baronali del Chianti subentrarono poco a poco coltivazioni di olivi, di gelsi e di viti basse, le quali producevano una squisitissima qualità di vino, giustamente celebrati dal Redi nel suo Bacco in Toscana.